Terapia di coppia a Rho – Quando è necessaria?

Quando le normali difficoltà del vivere in coppia possono trarre beneficio da un lavoro psicologico?

L’amore non è bello se non è litigarello… prendiamo per vera questa ipotesi perchè è normale per ogni interazione umana subire degli scontri. I desideri possono essere differenti, le emozioni possono avere una declinazione diversa per i due partner, la comunicazione stessa può essere interpretata in maniera differente. Un coppia dove c’è una totale assenza di scontro, è forse più preoccupante di una coppia dove di discute spesso. Quello che fa la differenza è la modalità con cui si comunica con l’altro e l’impatto che il dialogo ha sul benessere dei due partner e quindi per il futuro della coppia.

Il paziente di un percorso di coppia, è pre l’appunto, la coppia. Non i singoli partner. Un maggiore equilibrio nella coppia porterà maggior benessere ai singoli partner ma si può quasi dire sia un effetto secondario.

Il focus del lavoro in coppia è sulle modalità relazionali all’interno di quel rapporto. Le altre difficoltà, possono eventualmente essere affrontate in terapia individuale.

Campanelli d’allarme in una relazione 

Uno dei più eminenti studiosi della psicologia di coppia, John Gottman, ha individuato i quattro “cavalieri dell’apocalisse”; ovvero elementi che rappresentano un fattore pronostico negativo sulla tenuta nel tempo di una coppia.

Il primo cavaliere dell’apocalisse: La critica

Quando all’interno di una coppia ci si lamenta troppo, in particolare quando la critica supera l’apprezzamento, chiedetevi se non sia ora di riflettere su voi stessi o sulla vostra coppia. E’ il primo cavaliere dell’apocalisse.

Gottmann ha individuato inoltre che le critiche sono spesso legate a banali differenze fra i due partner. Differenze di gusti, abitudini, aspettative. Ovviamente queste critiche sono fini a sè stesse perchè i gusti sono gusti e non ha alcun senso criticare qualcuno per quello che mangia o per quello che gli piace fare. Questo tipo di critica tende a sollecitare un cambiamento nell’altro, facendolo sentire inadeguato e ovviamente funzionando da ostacolo al cambiamento.

Sostanzialmente, sono critiche sterili. In quanto tali, “sterilizzano” la coppia.

Dalla ricerca in oggetto emerge anche che le coppie che riescono ad avere relazioni durature e gratificanti, valorizzano le differenze. E’ ovvio che due persone siano differenti. E’ proprio questo che rende le relazioni appaganti per entrambi. Apprezzare l’altro.

“Le coppie che si disprezzano, si lasceranno.”

Il problema quindi non è lo scontro, la rabbia o la mancata comunicazione. Il problema è un atmosfera invalidante nei confronti dell’altro. La critica, non è più riferita a un singolo aspetto, è riferita all’altra persona. Questo crea distanza fra i partner e un atmosfera faticosa che spesso porterà alla separazione.

 

Il secondo cavaliere dell’apocalisse: Disprezzare

Una relazione di coppia è un’esperienza che coinvolge tutto il progetto di vita di una persona. E’ un esperienza che può essere meravigliosa, totalizzante e armoniosa e allo stesso modo fonte di ansia, rabbia e perfino odio. Una relazione catalizza emozioni forti. E’ normale.

Il problema che solleva Gottman emerge dalla reazione che il singolo partner può avere di fronte a emozioni di questo tipo. Quando uno dei due  reagisce a un emozione negativa con disprezzo, insultando l’altro con lo scopo di indebolirlo ecco che arriva il secondo cavaliere dell’apocalisse; il disprezzo.

Dalla ricerca le coppie che reagiscono con il disprezzo alle inevitabili emozioni negative che la vita di coppia porta con sè tenderanno a lasciarsi rispetto a chi ha una comunicazione tesa a valorizzare e sostenere l’altro.

Il disprezzo, parente stretto del disgusto, può manifestarsi sia con comportamenti che a parole. Essere sarcastici o una mimica facciale che comunica disprezzo hanno lo stesso effetto di un insulto.

Il disprezzo comunque non può manifestarsi in un giorno ed è spesso frutto dell’incapacità di fronteggiare le proprie emozioni negative sia con sè stessi che nel rapporto di coppia.

“Se vuoi che la tua coppia regga nel tempo, evita di disprezzare l’altro. E’ potente come il veleno. E la vittima, sarà la coppia.”

Il terzo cavaliere dell’apocalisse: Difendersi

Se mi difendo, probabilmente è perchè mi sento attaccato. Gottman ha rilevato che le coppie che si lasceranno hanno passato molto tempo a giustificarsi. A volere ottenere la ragione l’uno dall’altro. Il risultato è che ognuno dei partner è focalizzato quasi esclusivamente solo su sè stesso isolandosi dall’altro. Un muro invalicabile che quando viene costruito allontana i partner.

Il quarto cavaliere dell’apocalisse: Ostruzionismo

Ostruzionismo significa semplicemente chiudersi. Smettere di sperare di potere comunicare con l’altro. In genere accade dopo un lungo periodo di liti o quando ci sono emozioni talmente forti che la coppia non riesce a contenere in altro modo se non con la passività. E’ un atteggiamento legato alla mancanza di speranza ed è più frequente fra gli uomini che fra le donne.

Come per gli altri “cavalieri dell’apocalisse” questo atteggiamento che nasce come risposta naturale e come tentativo di gestione del conflitto, si rivela essere un’arma a doppio taglio.

Si potrebbe pensare di porre fine al conflitto in questo modo,  l’altro si sentirà invisibile e probabilmente inizierà a cercare la visibilità punzecchiando e quasi cercando lo scontro. Inconsapevolmente, quando l’altro ci trascura, farlo arrabbiare avrà l’effetto collaterale di ritornare ad essere “visti” generando però un circolo vizioso di ostruzionismo e provocazione.

Dalle ricerche di Gottman emerge che le coppie dove questo meccanismo è presente, sono le coppie con la maggiore probabilità di rottura.

E’ più semplice ristabilire la comunicazione fra due partner che litigano che fra due partner che non comunicano più.

“Se non vuoi che la tua relazione finisca, comunica. Non chiuderti in te stesso. E’ proprio quando si fa più fatica che la comunicazione è più necessaria”

Come sapere se è ora di prenotare una terapia di coppia?

Questi quattro comportamenti sono campanelli di allarme piuttosto importanti e sono incompatibili con una vita di coppia soddisfacente. E’necessario comunque considerare la frequenza con cui questi comportamenti emergono e quanto impattano sul benessere dei due partner.

Se almeno uno dei due partner si rende conto di questi comportamenti e riesce a fermarsi in tempo, a rielaborare la situazione e aggiustare il tiro allora forse non è necessario un intervento specialistico. Se invece i quattro cavalieri sono presenti quotidianamente e agiti quasi senza consapevolezza allora serve sicuramente prendere le distanze dalle abitudini

Se invece i “Quattro Cavalieri dell’Apocalisse” sono presenti la maggior parte del tempo e i partner non riescono a trovare altre modalità più costruttive di stare insieme allora bisogna prendere atto della situazione di stallo in cui la coppia si trova.

In caso di stallo occorre intervenire. La ricerca ha mostrato che le problematiche di coppia non si risolvono da sé: i partner devono farci qualcosa. Devono sollevare il problema e affrontarlo. Devono cambiare in qualche misura loro stessi. Non vi è quella che i medici chiamano la “remissione spontanea”.

Questo naturalmente può essere fatto in molti modi diversi, non esiste unicamente il percorso della terapia di coppia. Vi sono libri di auto-aiutopercorsi religiosi, il confronto con gli amici e i parenti, etc.

Specificità della terapia di coppia
La terapia di coppia è uno strumento molto efficace, mirato e altamente specifico.

In terapia di coppia i partner hanno la possibilità di contattare le proprie autentiche emozioni e i propri profondi bisogni affettivi (spesso frustrati). Ciò viene facilitato dal fatto di trovarsi in un ambiente riservato e protetto e di essere assistiti da uno psicoterapeuta formalmente preparato a questo scopo.

Durante il percorso psicoterapeutico i partner si accorgono gradualmente che i comportamenti distruttivi sopra descritti sono il risultato di emozioni e di bisogni non riconosciuti né soddisfatti.

I partner si rendono conto di non essere mai riusciti ad esprimere ciò che profondamente interessava loro. Ed hanno la possibilità, se davvero lo desiderano e sono pronti ad impegnarsi, di apprendere nuove modalità di comunicare e di prendersi cura dei bisogni emotivi di entrambi.

Prerequisiti della terapia di coppia
Perché la terapia di coppia sia possibile, è necessario che siano presenti alcune condizioni:

  • Lo psicoterapeuta deve essere specializzato nella terapia di coppia.
  • partner devono essere stati innamorati l’uno dell’altra prima che insorgessero le difficoltà. In altre parole, la coppia deve essere esistita già prima della terapia: non è possibile trovare l’amore in terapia di coppia, se questo non c’è mai stato.
  • I partner devono essere disposti a  impegnarsi e a investire le proprie energie nel percorso terapeutico per un periodo di tempo anche prolungato.
  • I comportamenti distruttivi della coppia non devono sfociare regolarmente in aggressività violenta e incontrollabile. In questo caso è necessario prima intervenire con un percorso di terapia individuale finalizzata alla gestione dell’aggressività.

Nota: se uno o entrambi i partner presentano particolari difficoltà psicologiche, è necessario affiancare al percorso di terapia di coppia un percorso di terapia individuale.

La motivazione a cambiare
Non tutti sono motivati a cercare di risanare la propria relazione di coppia. Alcuni si rassegnano, specie se le difficoltà durano da anni, a convivere con i “Quattro Cavalieri dell’Apocalisse”.

Altri fanno solo finta di voler affrontare i propri problemi di coppia, mentre in realtà hanno già scelto di porre fine alla coppia. Così arrivano in terapia di coppia con la motivazione, implicita ma già ben radicata, di voler lasciare il proprio partner. Queste persone utilizzano la terapia di coppia come una giustificazione per lasciarsi, dicendo: “Se non funziona neppure la terapia di coppia, allora è proprio il segno che bisogna lasciarsi”. E naturalmente la terapia di coppia fallirà.

Meglio essere chiari: la terapia di coppia è per quelle persone che soffrono di una relazione problematica e vogliono fare tutto il possibile per affrontare e risolvere i propri problemi di coppia.

Certo, spesso la motivazione a iniziare un percorso di terapia di coppia è inizialmente di un solo partner, quello più sensibile, quello che forse soffre di più per la situazione. Tuttavia, alla lunga, entrambi i partner dovranno impegnarsi nel percorso terapeutico se davvero vogliono cambiare in meglio la propria relazione amorosa.